I miei preferiti

Barbara MrsTeapot B's favorites book montage

Narcopolis
Libertà
Mr Gwyn
Tre volte all'alba
Nel tempo di mezzo
1Q84: Libro 1 e 2. Aprile-Settembre
Ragione e sentimento
Una cosa da nulla
84, Charing Cross Road
Mr Jones e lo zoo della Torre di Londra
C'è ma non si
Il profumo
Stirpe
Le notti bianche, La mite e Il sogno di un uomo ridicolo
Il Circolo Pickwick
Il Maestro e Margherita
La signora Dalloway
La cena
Un giorno di gloria per Miss Pettigrew
La metamorfosi


Barbara MrsTeapot B's favorite books »

sabato 31 maggio 2014

Del romanzo di Murakami e Magritte e dei neologismi di una visionaria

Ho letto L'INCOLORE TAZAKI TSUKURU E I SUOI ANNI DI PELLEGRINAGGIO, l'ultimo romanzo di Murakami da poco uscito in libreria, edito da Einaudi e ci ho trovato René Magritte. Ma partiamo con ordine.
Dopo la trilogia di 1Q84 - che adoro - Murakami torna su aspetti più intimistici e ci presenta, fin dalle prime righe, un trentaseienne tormentato e disagiato; un incipit che ha tutte le carte in regola per essere ricordato alla stregua dell'indimenticabile inizio tolstojano di Anna Karenina, anche se decisamente più cupo:

Dal mese di luglio del suo secondo anno di università fino al gennaio seguente, Tazaki Tsukuru aveva vissuto con un solo pensiero in testa: morire.

Iniziamo bene... - mi sono detta. Ma Murakami ha IL dono, e si continua a leggere con un'avidità di parole che pochi scrittori sanno far nascere.

Il perché del suo pensiero di morte è già riportato in quarta di copertina, quindi non svelo niente di che: Tsukuro è stato improvvisamente espulso ed isolato dai suoi quattro migliori amici, due ragazzi e due ragazze, con i quali aveva stretto un'amicizia "elitaria" fin dal primo anno del liceo. Così, senza perché e per come. Da un giorno all'altro. Rifiutato dai suoi unici amici. Quindi sprofonda in una depressione tale da portarne i segni anche a distanza di sedici anni, isolandosi dal mondo, incapace di legami profondi, in preda al terrore del rifiuto, apatico. Apatico perché a Tsukuro la cosa non sembra dispiacere più di tanto: dopo aver convissuto con il suo desiderio di morte per mesi, ha indossato altri panni, una maschera e ha ricominciato a sopravvivere nel suo mondo tranquillo, piatto, incolore.

E' Sara, la donna che potrebbe diventare la sua compagna di vita, a spronarlo, in qualche modo, a ricercare i suoi ex amici per capire il perché di quel gesto crudele che tanto l'ha sconvolto. A questo punto della storia ci si arriva dopo vari intervalli di flashback, mai noiosi, né irritanti, che spaziano - termine esatto - tra il mondo reale e quello onirico, sfociando nel surreale, cosa frequente in Murakami.

E ora veniamo a Magritte. Vuoi per il surrealismo che caratterizza le opere di Murakami, vuoi per i richiami ricorrenti nel libro del brano Le mal du pays di Liszt, L'incolore Tazaki Tsukuru era già stato dipinto dal pittore belga. L'associazione viene da sé, lo ammetto, parlando di surrealismo non si può non pensare a Magritte, ma sembra quasi che Murakami abbia messo in fila alcuni suoi dipinti e ne abbia raccontato la storia, oppure che in uno spazio-tempo a noi inacessibile Magritte abbia deciso di illustrare il romanzo di Murakami.

Fatto sta che a me la cosa un po' mi ha impressionato, perché mentre leggevo ho visto:

Le affinità elettive di Tsukuro e dei suoi amici al tempo del liceo

Les affinité électives (1933)
La solitudine e la sensazione di rifiuto di Tsukuro ne Il Presente (anche la mancanza di colore)
Le présent (1938/1939)
Il brano di Litzs Le mal du pays ne La nostalgia (per l'appunto), nostalgia che fa da sottofondo, riaffiorando di tanto in tanto, per tutto il libro
Le mal du pays (1940)

Le acque profonde in cui nuota Tsukuru: in piscina - fisicamente - e  - metafisicamente - nella sua coscienza
Les eaux profondes (1941)
La condizione umana di Tsukuru che oscilla tra realtà ed immaginazione, tra realtà e sogno
La condition humaine II (1935)

Il ruolo della memoria
La mémoire (1948)
Lo stupro
Le voil (1934)
L'invenzione collettiva, il travisamento della realtà, il ragionamento comune (e con questo romanzo Murakami ci dà una bella lezione, secondo me)

L'invention collective (1934)


Chi ha letto il romanzo forse avrà apprezzato di più queste particolari illustrazioni al libro o magari non condivide - mi piacerebbe parlarne con qualcuno - di certo non ho spiegato nulla onde evitare accuse di spoiler. Perlomeno spero di aver suscitato la curiosità in chi non ha ancora letto L'incolore Tazaki Tsukuru.
Come tutti i libri di Murakami, anche questo difficilmente si dimentica e lascia qualcosa, nel profondo. 

Marzullinando, devo ancora decidere se Tazaki Tsukuru è spiazzantemente bello o bellissimamente spiazzante. 

Come al solito, buona lettura! Leggere fa bene!

martedì 13 maggio 2014

Buon compleanno Montalbano!

Vent'anni fa usciva nelle librerie La forma dell'acqua e  Andrea Camilleri dava vita al Commissario Salvo Montalbano.
Per festeggiare questo particolare compleanno, la casa editrice Sellerio - la mamma di Montalbano - ripropone le sue avventure in edizione speciale: le copertine classiche rivisitate, note dei più famosi scrittori del panorama nazionale e tiratura limitata (anche il prezzo lo è). Insomma, un bel regalo per tutti quanti.



I dettagli dell'iniziativa li potete trovare qui: Le indagini di Montalbano
Non mi resta che augurare buon compleanno a Montalbano, buone (ri)letture a voi e
lo sapete, vero, che il 29 maggio Montalbano torna in libreria con una nuova avventura? La piramide di fango.

Vorrei ringraziare in modo affettuoso la casa editrice Sellerio per la cura e le attenzioni che sempre ha sia nei confronti delle sue edizioni che dei suoi lettori.

giovedì 8 maggio 2014

Potrebbe esser peggio ...

L'Italia che legge è, o presto sarà, al Salone Internazionale del Libro di Torino (8-12 maggio). 
Io per l'ennesima volta - purtroppo - NO!

Ridotta a seguirlo via Twitter (#SalTo14), sbavando e bevendo litri di Maalox. 


Propongo un minuto di silenzio astensione lettura.
...
...
...
... zzzzzz ...

martedì 6 maggio 2014

Aspettando Murakami (So many books #2)

20 maggio 2014: la data di uscita dell'ultimo romanzo del mio amatissimo Murakami, L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio - Einaudi.

Ma uffa, avevo fatto dei programmi, avevo i miei libri da leggere. Ho anche preso in prestito dei libri dalla biblioteca, ci sono delle scadenze da rispettare. Capìta l'antifona, mi tocca fare dei tagli - pure qui! Ok, allora, fatto

1. finire 1984 di Orwell,versione Mondadori della collana Classici Chrysalide (merita!)
2. iniziare subito Funeral Party, di Ljudmila Ulickaja - Frassinelli, da restituire in biblioteca e preso insieme ad altri due testi per me e a 900.000.000 per il pargolo - che si lascia sempre prendere la mano, in biblioteca.
3. Poi volevo leggere Gli eroi imperfetti, di Stefano Sgambati - Minimum Fax.

E poi c'erano:
Uomini da cocktail, di Anthony Powell - Elliot
6.41, di Jean - Philippe Blondel - Einaudi
Tenera è la notte, di Francis Scott Fitzgerald - Minimum Fax
Maschio bianco etero, di John Niven - Einaudi
Tutto il tempo del mondo, di Edgar L. Doctorow - Mondadori
Xingu, di Edith Wharton - Passigli
Free love, di Ali Smith - Feltrinelli
Una settimana schifosa, di Eoin Colfer - Mondadori
...

Ce la farò entro il 19? Il 20 deve essere assolutamente "libera" per dedicarmi completamente, anima e corpo, a LUI.



(Sono già in ansia da prestazione!)

lunedì 5 maggio 2014

Ho letto LA RAGAZZA DEI COCKTAIL

Grazie alla caparbietà dell'editore Charles Ardai, che dopo nove anni di ricerca è riuscito a rintracciare il manoscritto - come racconta egli stesso nella postfazione al libro - quello che potete avere tra le mani è l'ultimo romanzo di James M. Cain, pubblicato in tutto il mondo a distanza di trentacinque anni dalla sua morte, in Italia da ISBN Edizioni.
"La ragazza dei cocktail" è infatti l'ultima dark lady di Cain e, una volta fatta la sua conoscenza, non potete non cadere nella sua rete ammaliatrice, lasciandovi letteralmente rapire dalla sua storia palpitante e misteriosa, da godere fino all'ultima pagina.

Immagine tratta dalla fascetta del libro scaricata dal sito di ISBN edizioni,
l'illustrazione è di Michael Koelsch

Il libro si apre con il funerale del marito violento e alcolizzato di Joan Medford, morto in circostanza misteriose dopo un incidente automobilistico. Al verde, sospettata di omicidio e con un bambino piccolo da mantenere, la ventunenne e sexy vedova si vede costretta ad accettare un lavoro come cameriera al Garden of Roses: dovrà servire ai tavoli vestita con hot pants e camicetta, e lei sa che più disinvolta si mostrerà e meno lascerà spazio all'immaginazione circa le sue forme fisiche, più le mance saranno cospicue.
Tra i clienti del bar vi sono Tom, un bel giovane ambizioso, allegro, sfrontato e molto, molto attraente e Earl K. White Terzo, un uomo anziano, palliduccio, molto milionario e affetto da angina pectoris, costretto a vivere con le pastiglie di nitroglicerina a portata di mano. Entrambi vorrebbero cadere ai bei piedini di Joan, ma la bella maliarda non sa se lasciarsi andare al più focoso degli istinti o se cedere alla tranquillità economica . Dopo essersi decisa, la storia prenderà una piega che ben si addice al temperamento intraprendente e disinvolto della nostra lady.

Nel romanzo vi sono echi dei famosi capolavori di Cain, Il postino suona sempre due volte, La morte paga doppio, fino a Mildred Pierce, ma non ci si deve lasciare ingannare, perché i colpi di scena sono tanti e fino all'ultima pagina.

L'originalità ed il coinvolgimento di questo romanzo - come fa notare Ardai sempre nella postfazione - stanno nel fatto che il lettore dipende assolutamente da Jane: Cain scrisse nei suoi appunti che tutto il libro deve ruotare intorno all'odore caldo, intimo, sudato, femminile del bar. E' Joan a dare il tono - la sua camminata, i suoi vestiti, il profilo delle sue gambe, il suo odore...

Ed è Jane stessa che ci racconta la sua storia, quindi sorge spontanea una domanda: le dobbiamo credere?

domenica 4 maggio 2014

Bookkeeper

Oui, c'est moi.



sabato 3 maggio 2014

Ho letto IL CARDELLINO

Donna Tartt alla Shakespeare
and Company di Parigi
L'ultimo romanzo di Donna Tartt è bellissimo. Dieci anni per scriverlo, pochi giorni per leggerlo, nonostante le sue quasi novecento pagine. Perché la storia cattura il lettore fin dalle prime righe, in cui troviamo un adulto Theo in stato confusionale, ubriaco, malato, forse drogato, forse colpevole di qualche delitto, nascosto in una stanza d'albergo ad Amsterdam, dove ha inizio il lunghissimo flashback che ci porta ad un Theo dodicenne che sta per intraprendere la sua incredibile avventura, dai toni modernamente dickensiani.

La copertina
Il cardellino, edito in Italia da Rizzoli, ha valso il Premio Pulitzer 2014 a Donna Tartt che ho trovato insuperabile per la ricercata accuratezza che ha avuto nella scelta di aggettivi, verbi, avverbi, luci, movimenti, umori, gesti, facce, camminate - doveroso un plauso al traduttore che ha reso onore alle doti della Tartt, Mirko Zilahi de' Gyurgyokai.
Quando descrive New York... mi sembrava di esserci nata e l'ho amata con tutto il cuore, a Las Vegas sono morta di caldo ed è stato il periodo più devastante che io abbia mai vissuto, ho respirato il profumo dei mordenti, degli impregnanti e dell'olio di lino. Ho rubato, amato, imbrogliato, mi si è spezzato il cuore e ho pianto di disperazione, di rabbia, di vergogna e di gioia.

Tra la "realtà" da un lato, e il punto in cui la mente va a sbattere contro la realtà, esiste uno spazio sottile, uno spicchio d'arcobaleno da cui origina la bellezza, il punto in cui due superfici molto diverse tra loro si mescolano e si confondono per procurare ciò che la vita non ci dà: e questo è lo spazio in cui tutta l'arte prende forma, e tutta la magia. 
E - aggiungerei - anche tutto l'amore. O, forse più accuratamente, questo spazio intermedio illustra la discrepanza fondamentale dell'amore.

Un romanzo che mi sento di consigliare a tutti perché non ascrivibile ad un unico genere, come in un dipinto, ci sono infinite sfumature; è un thriller, un romanzo di formazione, un romanzo d'amore, di amicizia, di avventura, d'arte.

Dopo aver letto la critica magistrale di Matteo Persivale, che lesse The Goldfinch in anteprima, non mi sento all'altezza di aggiungere altro perché sarebbe superfluo e vacuo. Vi raccomando quindi il suo pezzo Donna Tartt: l'eternità è un cardellino scritto per La Lettura del Corriere della Sera e che potete leggere cliccando sul titolo dell'articolo. Godetevelo, sono sicura che dopo vorrete avere tra le mani Il cardellino e congratularvi con Persivale (io l'ho fatto).

Il cardellino,
di Carel Fabritius
Un unico e ultimo consiglio, se volete fare i fichi l'edizione cartacea farà un figurone in libreria e tutti vedranno che avete letto la Tartt, ma per i lettori librocubicolari come me, e dotati di lettore e-book, consiglio la versione digitale, i polsi ringrazieranno.

Un appunto, fino al 25 maggio Il cardellino di Carel Fabritius è esposto al Palazzo Fava di Bologna che ospita l'eccezionale mostra La ragazza con l'orecchino di perla. Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt - Capolavori dal Mauritshuis. Spero di riuscire ad andarci, so già che mi commuoverò. (Ho fatto trenta... vi raccomando anche, se non l'avete già letto - è del 2000 -  La ragazza con l'orecchino di perla, di Tracy Chevalier - Neri Pozza. Merita, ha anche fatto "cambiare" nome al dipinto, nonostante il turbante sia sempre al suo posto).

Buona lettura a tutti, anzi, ottima.

Grazie a M. per il bellissimo regalo.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...