I miei preferiti

Barbara MrsTeapot B's favorites book montage

Narcopolis
Libertà
Mr Gwyn
Tre volte all'alba
Nel tempo di mezzo
1Q84: Libro 1 e 2. Aprile-Settembre
Ragione e sentimento
Una cosa da nulla
84, Charing Cross Road
Mr Jones e lo zoo della Torre di Londra
C'è ma non si
Il profumo
Stirpe
Le notti bianche, La mite e Il sogno di un uomo ridicolo
Il Circolo Pickwick
Il Maestro e Margherita
La signora Dalloway
La cena
Un giorno di gloria per Miss Pettigrew
La metamorfosi


Barbara MrsTeapot B's favorite books »

lunedì 30 settembre 2013

#SRL2013 - And the winner is

Come avevo annunciato nel post Solstizio d'estate a NW ,eccomi con i miei cinque libri preferiti tra quelli che ho letto durante la bella stagione, cinque come l'ora del tè.

E' stata un'estate strana per me, quella appena trascorsa; per nulla riposante, addirittura stressante a momenti e molto, molto calda. 
Per fortuna ho potuto viaggiare per mete lontane nello spazio e nel tempo.

Sono stata a Londra, nell'Ottocento e nel Duemila, in India, in Francia, a Barcellona, a Buenos Aires, a Nizza, su un'isola sperduta al largo dell'Inghilterra, nei boschi innevati, in una imprecisata città dell'Est Europa, a Columbia. Ho conosciuto Marilyn Monroe, sono stata invitata ad un matrimonio nel Salento e ad uno a Casa Verdi, ho risalito il Tamigi in barca e sono stata segregata in una cella. Ho ucciso, rubato, amato, tradito, pregato, suonato, cantato,  ballato, cacciato, deluso, indagato. Ho riso e ho pianto. Insomma, 
ho letto.



A voi la mia personalissima classifica.

#5 Il Suicidio dei Buoni, di Antonio Hill. Mondadori. 
Non conoscevo né l'autore, né il suo Ispettore Salgado: ho rimediato leggendo anche L'estate dei Giochi Spezzati, la prima avventura. Entrambi i romanzi non deludono, anzi, mi hanno esaltato e sono diventata una fan sfegatata di Hill. Il mio post dopo entrambe le letture.

#4 Bartebly lo scrivano, di Herman Melville. Einaudi. 
Un lungo racconto che credo non dimenticherò mai. Una storia che ha dell'incredibile, raccontata con tale naturalezza da disarmare. Non ho mai letto Moby Dick, non so bene per quale motivo mi ha sempre un po' spaventata - preferirei di no - , ma ora ci sto facendo un pensierino.

#3 Il Lupo, di Joseph Smith. Bompiani.
Libro particolarissimo. Joseph Smith è un genio o un fattone. Sono sicura che chi ha letto Il Lupo, o lo odia o lo ama, un po' come le Superga. Io l'ho trovato assolutamente fantastico. Mi è piaciuto tutto: la storia, gli aggettivi, i sostantivi, la punteggiatura - esageriamo? - anche gli articoli. Bellissimo. Il mio post qui.

#2 Hotel World, di Ali Smith. Minimum Fax.
A proposito di prosa, di stile, meglio, stili, Ali Smith. La adoro. E' unica, favolosa, ne sa una più del diavolo. Eccomi nel passato con il fantasma di Sara, nel presente storico con Else, nel futuro condizionale con Lise, nel perfetto con Penny, nel futuro nel passato con Clare. Cinque stili in un unico romanzo. Cinque donne molto differenti tra loro, per estrazione sociale, età, lavoro, ideali, in un unico Hotel. Cinque diversi gradi di sofferenza e un unico avvenimento. Magnifico. Da ringraziare la sua traduttrice, Federica Aceto, che non so proprio come faccia.

#1 Pepys Road, di John Lanchester. Mondadori.
Una strada come metafora della nostra società. Gli abitanti di Pepys Road siamo noi, la storia di Pepys Road è la nostra, quella del mondo occidentale. John Lanchester affronta i grandi temi della nostra esistenza senza boria, senza essere pedante e con ironia. Un romanzo che mi è entrato nel cuore e che mi ha fatto scoprire un autore che - ahimè - ignoravo. Non mancheranno gli altri suoi romanzi tra le mie letture. La mia Pepys Road.



Una menzione speciale va alla mitica Franca Valeri che con il suo Diario di una Signorina Snob , edizioni Lindau, mi ha fatto divertire da morire. Onore al merito di Colette Rosselli, la mitica Donna Letizia di Grazia, che l'ha magnificamente illustrato. Leggendolo, mi ha colpito la sua attualità.
Oltre che da leggere, è da avere, perché certi libri sono opere d'arte.


Franca Valeri

martedì 24 settembre 2013

Ho letto IL TANGO DELLA VECCHIA GUARDIA


Max e Mecha si incontrano giovanissimi, sul finire degli anni Venti, sulla Cap Polonio. Lui, di umili origini e dal passato misterioso, raffinato, elegante, ci lavora su quella nave da crociera, come ballerino, intrattenendo e facendo ballare ragazze e signore: è difficile che una donna di buona posizione, di qualunque età, gli resista. 

E' il tipo di uomo che si può incontrare al mattino, in una cioccolateria e in frac.

Lei è giovane, bellissima, sensuale, altezzosa e ricca. E sposata, con il noto compositore Armando De Troeye, diretto in Argentina per cercare ispirazione, per scommessa, con Ravel:

Se tu puoi scrivere un bolero, io posso scrivere un tango.

Armando vuole cercare l'essenza del tango, vuole carpirne la sua armonia, le sue origini, la sua passionalità, il suo istinto primitivo. Perché i tanghi sono di due tipi, spiega Max Costa alla coppia, esistono


tanghi per morire e tanghi per uccidere.

Balli, bettole, sigarette turche - con un pizzico di oppio e di miele - perle, droghe, promiscuità, bassifondi, Buenos Aires, seta, guanti, musica, risse e furti.  Inizia la passione tra due anime inquiete e molto simili tra loro, che fin dal primo sguardo, come due abili scacchisti, studiano le mosse da fare.

"Un guanto ha la sua importanza" disse lei. "Non si abbandona così alla leggera"
"Un paio di guanti non è un guanto" aggiunse. "Due, sarebbero dimenticanza casuale. Uno è..."

Nove anni dopo si incontrano a Nizza, alle soglie del secondo conflitto mondiale, per abbandonarsi di nuovo, perché Max e Mecha ballano un eterno tango.
Si ritrovano dopo trent'anni a Sorrento, durante una prestigiosa gara di scacchi del figlio di lei. Una gara di importanza vitale, per tutti

"La peggiore ossessione di uno scacchista è una partita rimandata". 
"Come la nostra" rileva Max

Un romanzo avvincente, avventuroso, due vite al limite. Una storia scritta come si scrive la musica: con naturalezza, ma nulla lasciato al caso, in modo ricercato, ma armonioso, con i giusti tempi e le dovute pause. E come quando si ascolta una bella musica, la si fischietta, come se fosse stata sempre lì, come se fosse nata con il mondo, così, in modo del tutto naturale, e non creata, questo romanzo lo considero già un classico, che non ci racconta una storia, ma ci svela Max e Mecha.





Mi hanno sempre divertito e interessato le citazione letterarie nei romanzi, penso che rivelino molto dell'autore, dello scrittore e dell'uomo. Una decorazione che va oltre la frivolezza di un bell'ornamento, ma che arricchisce. A prova della ricercatezza di questo bellissimo romanzo, ecco un elenco dei libri citati da Arturo Pérez - Reverte. Elenco che inaugura la nuova etichetta BOOKies: che cos'è un buon tè senza biscotti?

- I quattro cavalieri dell'Apocalisse, di Vicente Blasco Ibáñez - letto da Mecha agli albori della nascita del nazismo
- Il velo dipinto, di Somerset Maugham
- due romanzi polizieschi (in inglese) di Eric Ambler 
- Lettere da Capri, di Mario Soldati - a chi ha letto il romanzo, non possono non illuminarsi gli occhi.





Arturo Pérez - Reverte
"Il Tango della Vecchia Guardia"
Rizzoli
titolo originale: el tango de la guardia vieja
(anche in versione ebook) 

lunedì 16 settembre 2013

#unbuontè danzante


Per lunghi e fruttuosi anni poche volte aveva  mancato il colpo: era difficile che una donna di buona posizione, di qualunque età, gli resistesse a un tè danzante in qualche Palace, ritz o Excelsior, su una terrazza della riviera o nel salone di prima classe di un transatlantico. Era stato il tipo di uomo che si poteva incontrare al mattino, in una cioccolateria e in frac.






Arturo Pérez - Reverte
"Il Tango della Vecchia Guardia"
Rizzoli
(anche in versione e -book)


venerdì 13 settembre 2013

#unbuontè con l'Ada


Sediamo al tavolo con la tovaglia incerata, spalmiamo di burro una fetta di pane, sorseggiamo una tazza di tè o di caffè col latte scremato e, solo quando trovo la confidenza necessaria, mi scappa di rollarmi una sigaretta. Le squisitezze le portano loro, talvolta, pasticcini e fette di torta che passa la cuoca. Niente di più. Quando rimango di nuovo sola, raccolgo le loro battute e le storie che mi raccontano su un quaderno di scuola.



Sono una voce narrante e, anche a costo di barare, vorrei parlarvi di loro.

Il racconto di una passione ostinata.
Per qualcuno, un Requiem.


mercoledì 11 settembre 2013

The Man Booker Prize 2013 - SHORTLIST

La sestina finalista (fonte: sito del premio)
Ieri è stata annunciata la sestina finalista de The Man Booker Prize 2013 , il prestigioso premio letterario assegnato ogni anno al miglior romanzo scritto in lingua inglese da un cittadino del Commonwealth delle Nazioni, dell'Irlanda e dello Zimbawe.
E' un premio da me amato e seguito, a partire dall'annuncio della longlist (solitamente una dozzina di titoli, quest'anno 13), dai quali vengono poi selezionati i sei finalisti con l'annuncio della shortlist, appunto, per poi decretare, ovviamente, il vincitore, quest'anno il 15 ottobre.
Il Booker Prize garantisce vendite e successo tra gli anglo-lettori, e tremendi attacchi libridinosi da parte mia quando vengono pubblicati in Italia i romanzi selezionati, vincitori o non.
Solo l'anno scorso ricordo con quale emozione ho acquistato Narcopolis di Jeet Tahyil (Neri Pozza), come l'ho letto tutto di un fiato e quanto l'ho amato. Io l'avrei fatto vincere, ma il premio fu assegnato, certo meritatamente, a Hilary Mantel per Bring Up the Bodies, pubblicato in Italia con il titolo di "Anna Bolena, una questione di famiglia" (Fazi). Di solito a me piacciono un po' tutti i romanzi del Booker Prize,  Vita di Pi di Yann Martel,  Il Senso di una Fine di Julian Barnes (magnifico!), Arrivano i Sister di Patrick deWitt, La Tigre Bianca di Aravind Adiga, i Melrose, Mare di Papaveri, La Casa di Vetro, Chesil Beach, Espiazione, Hotel Word, Paddy Clarck ah ah ah - ti adoro Roddy!- e altre meraviglie.

Quest'anno i sei fortunelli ( e bravi) sono:
Jhumpa Lahiri con The Lowland (Bloomsbury), romanzo che in Italia uscirà tra poco, il 12 settembre, edito da Guanda, con il titolo "La moglie" - ovviamente sarà MIO!
Jim Grace con Harvest (Picador) conosciuto in Italia sempre grazie alla casa editrice Guanda (Una storia naturale dell'amore, Tutto ciò che abbiamo amato, La dispensa del diavolo, e altri)
l'irlandese Colm Tòibìn con The Testament of Mary (Penguin), conosciuto in Italia soprattutto per The Master (Fazi) e pubblicato da Fazi e da Bompiani
Ruth Ozeki con il suo romanzo A Tale for the Time Being (Canongate), ambientato nella moderna Tokio - che non vedo l'ora di leggere - di cui noi conosciamo Carne (Einaudi)
la giovanissima (28 anni) Eleanor Catton con The Luminaries (Granta), la cui trama ed ambientazione si discostano molto dallo stupendo La Prova (Fandango), ma la scrittura sarà come sempre magnifica
e la novella NoViolet Bulawayo con We Need New Names (Chatto&Windus) che devo assolutamente leggere, solo per il nome dell'autrice.

Questa la sestina! Ora spettegoliamo?
Gli anglo-lettori hanno avuto la fortuna di leggere già i romanzi selezionati per il Booker Prize, allora sono andata a sbirciare su Goodreads i voti. La media più alta la detiene Jhumpa Lahiri (4.11/5.0), ma la prima della classifica dei lettori chiamati a votare il miglior titolo della shortlist è Eleanor Catton. 
Inoltre, per la categoria degli esclusi, i lettori, tra i titoli della longlist, avevano assegnato addirittura il secondo posto a Colum McCann (in Italia edito da Rizzoli - bellissimo "Questo bacio vada al mondo intero) con TransAtlantic (Bloomsbury) ed il terzo a Donal Ryan con The Spinning Heart (Doubleday).

Attendo trepidante  e pubblicate editori italiani, pubblicate, please!

Nel frattempo mi metto in fase di aggiornamento...

martedì 3 settembre 2013

Ho letto IL SUICIDIO DEI BUONI ...

... e non mi sono fermata qui. Perché da quando ho conosciuto Salgado e la sua squadra, non ho potuto più  farne a meno. Però...

Ma partiamo con ordine (ordine?).


Autore: Antonio Hill (Spagna) 
 Titolo: Il suicidio dei buoni.
Sottotitolo (mio): la seconda avventura dell'ispettore di polizia di origine argentina Héctor Salgado, burbero, sanguigno, taciturno, ma in fondo un pezzo di pane.

Città: Barcellona
Anno di ambientazione: 2010
Stagione: inverno

La storia: una foto di un albero con tre cani impiccati e la scritta "non ti dimenticare". Un omicidio - suicidio, un suicidio sulla linea metropolitana, un altro suicidio. Tutti dipendenti della stessa ditta, una famosa casa di cosmetici. Come insegna Poirot, le coincidenze non esistono. Salgado indaga.

La seconda storia: la sparizione della ex moglie di Salgado. L'agente Leire Castro, in maternità, indaga in via non ufficiale coperta dalla viceispettrice di polizia Martina Andreu.

Da leggere: se si amano i gialli logici, le storie che tengono con il fiato sospeso, i personaggi che alla fine sembra di conoscere, coi quali si entra subito in empatia. Grazie ai flashback e ai cambi di prospettiva del racconto, sembra di vedere un film (nel mio immaginario, non ho la più pallida idea del perché, Salgado è Jean Reno versione barbetta - che tra l'altro, non me ne voglia nessuno, non sono neppure una sua fan, anzi).
Da leggere se si amano i colpi di scena.
Da leggere anche se non si è letto il primo romanzo, come ho fatto io: è tutto chiaro.

Da non leggere: se proprio i gialli non li si digeriscono. Allora non c'è Salgado che tenga (*SIGH*).

Bello, bello, bello, finalmente un giallo contemporaneo che non mi ha fatto sobbalzare dicendo "ma allora sei rintronato!" o "sì, va be' manco superman ce l'avrebbe fatta". Alla fine della lettura mi mancavano Salgado e Leire, ma è durata poco la nostalgia. 

Lettore e-book, mi connetto, ricerco, acquisto e ta-dà:


Autore: ovviamente sempre lo spagnolo Toni (così c'è scritto nel suo sito, quindi non ho ben capito come si chiama) Hill
Titolo: L'estate dei giochi spezzati
Sottotitolo (mio): la prima avventura dell'ispettore di polizia di origine argentina Héctor Salgado.
Città: Barcellona
Anno di ambientazione: 2009
Stagione: estate

La storia: un ricco rampollo precipita dalla finestra. Caso banale di incidente, forse suicidio. Giusto un sopralluogo per chiudere il caso. Salgado non chiude il caso, la neo-agente Leire Castro lo aiuta e iniziano a conoscersi.

La seconda storia: a Salgado viene affidata quella banale indagine di routine perché praticamente è come se fosse sospeso, dato che ha quasi ammazzato di botte un sospettato.

Da leggere: devo ripetermi. Avvincente, coinvolgente, intelligente, logico.

Da non leggere: come sopra, se proprio i gialli non li si digeriscono. Allora non c'è Salgado che tenga (*SIGH*). (ah, il copia e incolla).


Comunico ufficialmente che sono diventata una fan sfegatata di AnTONIo Hill e attendo con tantissima curiosità il terzo romanzo perché nel secondo
l'avevo detto, vero, che c'è il colpo di scena? 


Però...
... pubblicizzatelo! Perché non ho visto in rete, in libreria, annunci alla Dan Brown, conti alla rovescia et similia? Sarebbero meritati. Niente di particolare, giusto un promemoria durante l'Angelus. 

lunedì 2 settembre 2013

Murder, she wrote and I read it

Scena: casa nostra - cucina e salotto - durante quei giorni terribili di afa del luglio scorso.
Personaggi: il Vanni (mio marito), io, il pargolo (del quale ometterò azioni, commenti e interruzioni, altrimenti non finisco più)

il Vanni: Ciao, sono tornato.
io: ciao! Sono in cucina.
il Vanni: bella, cos'è? Una borsa nuova?
io: cosa? Ah, me l'hanno regalata perché ho preso un libro della Pickwick, un nuovo marchio.
il Vanni: ah. Cos'hai preso?  
io: lì, sul tavolino.
il Vanni: noooooo!
io: cosa?
il Vanni: la sciura in giallo?! 
io: bè?
il Vanni: ma come fai?
io: a far cosa?
il Vanni: a leggere la sciura in giallo. Insomma, leggi tanto, ti piacciono i classici, la narrativa contemporanea inglese, mattoni di mille pagine. Leggi Franzen, Queneau, Dostoevskij e poi la sciura in giallo?
io: -_-
il Vanni: ma dai, vorresti avere un po' di visibilità con il tuo blog. Pensa che figura a leggere la Fletcher. E continuano anche a darla in tv... dai...
io: O_O

Da qui la mia esigenza di questo post.



Allora? Intanto uno deve leggere quello che gli piace e quando vuole. E a me la Signora in Giallo piace, e tanto. E mi rilassa, da morire. Ho notato che nei momenti di maggiore stress, tendo a leggere i gialli. Quando poi lo stress raggiunge punte da ricovero ho bisogno di leggere la Fletcher. Perché mi sento in un ambiente familiare, visto tante volte in televisione. Conosco bene i personaggi, la lettura è scorrevole, la storia è scritta benissimo, il giallo è stile classico e la routine (il morto ammazzato, almeno una decine di persone che avevano il movente, l'accusato in realtà innocente, l'arresto del reale colpevole) mi tranquillizza e mi rilassa, come la centrifuga della lavatrice. E le torte e i tè che fa Jessica: una favola.
Ormai la Fletcher è di famiglia, una sorta di nonna-zia avventurosa, impicciona e sorridente.
E poi, i libri non sono le puntate che hanno dato in tv e nel romanzo la Fletcher è molto più forte e, udite udite, è anche innamorata.

E qui lo dico, anzi lo scrivo che è più incisivo: ho letto la Signora in Giallo (ormai una decina di avventure), continuerò a farlo e lo dico con fierezza. 
E ora pensate quel che volete, per carità. Vorrei solo ricordarvi quelli che dicono che leggono i giornali di (s)pettegolezzi (pardon, gossip) solo dal parrucchiere (ri - pardon, hair stylist).

E datemi retta, se vi capita, leggetela la Signora in Giallo, perché è una bella lettura. Potete sempre dire di averlo fatto dal parrucchiere!

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