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venerdì 2 luglio 2010

Divertissement di Camilleri e Lucarelli con Acqua in Bocca

Questa recensione è un'opera di fantasia, ma personaggi e luoghi citati non sono invenzione dell'autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive, scomparse o inventate è assolutamente voluta.

DA: isp. Capo Grazia Negro
A: dott. Salvo Montalbano c/o Commissariato di Vigata
OGGETTO: Acqua in bocca

Caro collega,
ti scrivo per porre alla tua attenzione l'uscita del romanzo Acqua in bocca, scritto da Camilleri e Lucarelli, edito da minimum fax. Se non l'hai ancora letto, ti consiglio di farlo, dato che i due protagonisti, eccezionalmente, siamo noi. Raccontano di quella volta che abbiamo indagato sul caso del cadavere del tuo concittadino rinvenuto qui a Bologna, con accanto i pesci rossi. Ricordi? Che avventura!
Sono quindi a richiedere la tua collaborazione per svolgere un'indagine su questa fuga di notizie.
Certa di aver stuzzicato in te una buona dose di curiosità, ti saluto.

Grazia Negro
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All'ispettore capo
Grazia Negro
Squadra Mobile
Questura di Bologna

Cara collega,
la mia curiosità è stata stuzzicata, ho comprato il romanzo, l'ho letto e mi sono girati i cabasisi. Altro che fuga di notizie! Come hanno fatto ad avere le nostre lettere, i nostri bigliettini nascosti nel cibo e i nostri pizzini? Hai la mia piena collaborazione; ho già iniziato le indagini qui a Vigàta. Dobbiamo andare a fondo.
Fazio, che ha il complesso dell'anagrafe, dice che tale Andrea Camilleri, nato nel 1925 a Porto Empedocle (AG), etc etc (Catarella mi ha detto che c'è tutto in internet), ha già scritto numerosi romanzi, anche su di me. Pensavo babbiasse, invece è vero. Per ora è tutto.
A presto. Saluti
Salvo Montalbano
P.S. Ma Lucarelli è lo stesso che mi diede la ricetta del brodo per cuocere i tortellini?
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DA: isp. Capo Grazia Negro
A: dott. Salvo Montalbano c/o Commissariato di Vigata
OGGETTO: Acqua in bocca — sviluppi

Caro Salvo,
intanto sì, si tratta di quel Lucarelli, chi l'avrebbe mai detto? Mi sembrava una persona per bene, invece... Ho chiesto la collaborazione del mio collega qui a Bologna, l'ispettore Coliandro e, per una volta, ne è venuto fuori qualcosa di buono. Carlo Lucarelli, oltre a distribuire ricette, scrive romanzi e conduce persino un programma televisivo, è quello di “Blu notte”. Ho scoperto che nella Primavera del 2005 è andato a Roma a casa di Camilleri, con Daniele di Gennaro, l'editore di Acqua in bocca.
Erano tutti lì per girare un documentario sui due autori, quando al di Gennaro viene in mente di chiedere loro come ci saremmo comportati noi in un'indagine a due, manco fossimo due personaggi inventati. E quelli giù a sciorinare ipotesi e scenari. Come un'improvvisazione teatrale, una jam session. Ma il di Gennaro non è contento, dice: “Adesso questa storia la scrivete!”
E l'hanno scritta, in cinque anni perché si è trattato veramente di una sorta di improvvisazione, un gioco, un'amichevole sfida basata sulla stima reciproca e l'ammirazione. Uno scriveva un pezzo, a cavallo tra i suoi impegni, l'altro continuava e rispondeva a tono, uno cambiava strategia, l'altro, imprecando, non era certo da meno. Una partita a scacchi degna di due campioni. E' così che hanno pubblicato la nostra storia.
Un caro saluto, ti abbraccio
G.N.
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POSTE ITALIANE — BOLOGNARECAPITO
0613 VIGATAFONO 01 19 0274
01/07/2010
GRAZIA NEGRO (13008)
SQUADRA MOBILE
QUESTURA DI BOLOGNA

MINCHIA!

MITTENTE
SALVO MONTALBANO
COMMISSARIO DI POLIZIA
VIGATA (MONTELUSA)

http://www.thrillermagazine.it/libri/9987


mercoledì 12 maggio 2010

23 Maggio 2010 - GIORNATA NAZIONALE per la PROMOZIONE della LETTURA


"Se mi vuoi bene il 23 maggio regalami un libro" è lo slogan della Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura.
La campagna è organizzata e promossa dal Centro per il Libro e la Lettura e dall'Associazione Italiana Editori (AIE), in collaborazione con l'Associazione Librai Italiani , Anci e Upi e sarà presentata i
l 14 maggio, nell'ambito del Salone Internazionele del Libro di Torino, dal Presidente dell'AIE, Dott. Marco Polillo (papà "bassotto").

In occassione della Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura saranno organizzate diverse iniziative in tutta Italia.

Per maggiori dettagli e per il calendario degli eventi, visitate il sito dedicato:


Personalmente trovo che sia un'ottima occasione per avvicinarsi al mondo della lettura. Un grazie di cuore a Fabio, e un forte abbraccio, per la segnalazione.
Sono libri, - disse lui, - leggici dentro fin che puoi. Sarai
sempre un tapino se non leggi nei libri.
(C. Pavese, La luna e i falò)

martedì 11 maggio 2010

Il visitatore che non c'era


Come Alice comincia ad esser stufa di starsene a sedere sulla panchina accanto alla sorella, senza aver nulla da fare, così lo è Doc Stoeger. Stufo di stare in redazione ad aspettare la notizia del secolo che mai arriva, stufo di pubblicare sul suo settimanale, il Carmel City Clarion, trafiletti e articoli riguardanti tombole parrocchiali e chiacchiere da comari, stufo di quella cittadina che non ha nulla da offrire e in cui mai nulla accade. Ci fosse almeno un omicidio!
Come Alice tutt'a un tratto incontra un Coniglio Bianco con gli occhi rosa, così a casa di Doc Stoeger si presenta Yehudi Smith, un uomo dal naso lungo, sottile, appuntito, in grottesco contrasto con il corpo grassoccio. Nonché dal nome incredibile; infatti si chiama come il personaggio fantastico ideato da una trasmissione radiofonica degli anni Trenta, e diventato un tormentone, che stava ad indicare un'entità invisibile o un capro espiatorio immaginario al quale addossare le colpe in mancanza di un colpevole: Yehudi Smith, l'omino che non c'era.
Il visitatore si proclama grande ammiratore di Lewis Carrol, come Doc, e membro di un'associazione segreta a lui dedicata e lo invita a partecipare alla riunione di quella sera, che si terrà all'una di notte in una casa disabitata della zona, con la nomea di essere stregata.
Così come Alice segue il Coniglio Bianco nella tana che la condurrà in un paese fantastico, così Doc segue Yehudi in quella casa in cui trovano un tavolino con sopra una bottiglietta con un cartellino su cui c'è scritto “BEVIMI”, e ci scappa il morto.
Così come nel Paese delle Meraviglie accade di tutto e di più, così Doc Stoeger vivrà una notte che non dimenticherà mai, tra rapimenti, misteriosi incidenti stradali, spietati killer ricercati dalla polizia, furti nella banca della cittadina, scacchi, sparizione di un furgone valori, incidenti alla fabbrica di fuochi d'artificio, gomme d'auto bucate, false accuse e litri e litri di whisky con conseguenti mal di testa.
Come Alice, Doc si risveglierà da un sogno? Forse quando si è sbronzi si può fare di tutto e non ricordare nulla. Oppure è tutta un'ingegnosa macchinazione. Chi è Yehudi Smith? Esiste? Yehudi Smith, l'omino che non c'era.
Quel che è certo è che a Fredric Brown l'immaginazione non mancava.
I capitoli del romanzo scorrono come scene di un film, coinvolgono e appassionano sempre più. E' un giallo che non ha nulla a che vedere con il classico mystery all'inglese che a me piace tanto, è più un poliziesco, ma neanche; è pieno di azione, fantasia, realismo, romanticismo, umorismo, whisky, colpi geniali e nonsense alla Lewis Carrol. Non per nulla Brown è stato anche un autore di romanzi di fantascienza, oltre che di narrativa poliziesca.
Mi piace immaginare Fredric Brown come Doc Stoeger, perché amava leggere, bere e giocare a scacchi o a poker. Un autore che venne definito “uno scrittore da scrittori”. Un autore geniale.

mercoledì 17 marzo 2010

Il dandy indaga


Tra i tanti personaggi storici e letterari che vestono i panni dell’investigatore, non poteva mancare Oscar Wilde. E meno male, aggiungo io!
Gyles Brandreth, inglese, ha scritto i primi tre romanzi delle indagini vittoriane dello scrittore irlandese; in Italia sono usciti i primi due e attendo con trepidazione la pubblicazione del terzo.
Amo il giallo, soprattutto quello classico, adoro l’età vittoriana e venero Oscar Wilde: il suo stile, le sue opere, i suoi eccessi, i suoi aforismi. In queste due avventure è racchiuso tutto ciò.

La voce narrante è quella di Robert Sherard, pronipote del poeta emerito William Wordsworth, migliore amico di Wilde, innamorato della moglie di questi, Costance. Dopo anni dalla morte dell’amico, decide di rivelare le indagini che meticolosamente ha appuntato nel suo diario.
Ne “Oscar Wilde e i delitti a lume di candela”, il poeta irlandese, in un pomeriggio di fine agosto del 1889, si reca in un appartamento dove trova il cadavere di un suo giovane conoscente: composto, un lieve sorriso sul viso, circondato romanticamente da candele. Preso dal panico fugge e chiede consiglio ad un suo amico trentenne, un dottore scozzese che sta riscuotendo un notevole successo con il suo romanzo “Uno studio in rosso” e che a breve pubblicherà “Il segno dei quattro”. “A un primo sguardo potrebbe sembrare un appassionato di caccia grossa tornato dal Congo, ma a parte la sua stretta di mano, che è insopportabile, non ha nulla del bruto. E’ gentile quanto San Sebastiano e saggio quanto Sant’Agostino”, così Wilde descrive Arthur Conan Doyle.
Dopo l’incontro i tre amici decidono di recarsi sul luogo del misfatto, ma trovano la stanza vuota e ripulita. Wilde, uomo dai molti eccessi, visionario? Il mistero si infittisce, iniziano le indagini.
Tre anni dopo, Wilde, Sherard e Conan Doyle sono direttamente coinvolti in una serie di omicidi ne “Oscar Wilde e il gioco della morte”. Tutto ha inizio durante una riunione al Circolo di Socrate, fondato da Wilde, i cui membri, tra cui Bram Stoker, si danno appuntamento la prima domenica di ogni mese, solo per far svagare il fondatore: il circolo non ha alcuno scopo, si tratta semplicemente di un ritrovo per la cena, cene raffinate ed esclusive, per autentici dandy. Oscar decide di fare un gioco: “Omicidio”. Ciascun ospite, in modo anonimo, deve scrivere su un biglietto chi vorrebbe uccidere, si raccolgono i biglietti ed il gruppo dovrà indovinare chi vuole uccidere chi. Tra i nomi delle vittime virtuali, il Sig. Wilde e Signora. Uno scherzo. No. Le vittime designate iniziano a morire veramente e ad Oscar Wilde non resta molto tempo prima che l’assassino concluda la lista con il suo omicidio e quello dell’adorata Costance.

Ottima l’ambientazione storica in tutti i sensi, dai personaggi realmente esistiti alla Londra vittoriana. Trovo Brandreth talmente abile da stentare a credere che Oscar Wilde non abbia realmente vissuto queste avventure. Il narratore delle vicende è il Watson della situazione, ma l’aver affiancato Conan Doyle alle indagini (i due scrittori erano realmente amici), fa quasi sembrare che sia stato questi a prender spunto dalla coppia Wilde – Sherard per la sua, Holmes – Watson.
Non mancano l’umorismo sottile di Wilde nei dialoghi ed i riferimenti alle sue opere, in modo preciso e sempre storico.
La trama gialla in sé non sarà originale, ma la lettura è coinvolgente, veloce e godibilissima. Un’ultima nota sulle belle copertine dell’edizione italiana, meno psichedeliche di quelle inglesi, ma stravaganti quasi al pari di Oscar Wilde.
Gyles Brandreth non si è lasciato sfuggire quanto detto dallo scrittore britannico Max Beerbohm “Che vita sensazionale è quella di Oscar, così ricca di eventi straordinari. E che grande opportunità per i biografi del prossimo secolo!”.

sabato 20 febbraio 2010

Ho letto MILANO E' UNA SELVA OSCURA

E' un clochard anomalo il Dante, classe 1899, colui che ci accompagna per la Milano del 1969, mettendone in mostra i vizi, le strade, gli abitanti, la storia andata e quella presente degli anni di piombo. Il Dante è diverso e lo sa. "Lui non ha ritegno a mostrarsi, ché a fargli mantenere la testa alta è la cultura di cui nella sua famiglia adottiva si è nutrito fin da piccolo: non si
sente inferiore, semplicemente non ha nessuno a cui rendere conto; non ha mai chiesto l'elemosina, ma accetta quello che la gente gli offre in cambio di un calembour, di una storia ben raccontata o della recita di una poesia".
Vagare, vagabondo: parole che ha sempre sentito sue, fin da piccolo. "Voglie di manoscritti in bottiglia, Ulisse coi suoi itinerari di avventura e conoscenza, fughe dalla casa dei padri alla maniera dei personaggi di Mark Twain". Infatti nella vita, il Dante, non ha fatto altro che fuggire.
Passin passett, sul tema de Le Quattro Stagioni di Vivaldi, che ti sembra di sentirle mentre leggi, si ripercorrono le medesime stagioni del Dante in quel 1969: incontri i suoi amici, ascolti i milanesi per strada, sei testimone dei tempi che stanno cambiando, nel bene e nel male.
Diventi barbone con lui: hai caldo, freddo, fame, sete, ridi, piangi, pensi e ricordi. Parli con la morte: "Se la vita fosse un libro, ciascuno di noi 'l sarìa el scrittor, e allora sì che ci sarebbe strapparsi i cavèj, perché non possiamo correggerla né riscriverla meglio".
E cammini, cammini, cammini, fino ad arrivare nel cuore pulsante della città, là dove tutte le strade che il Dante ha percorso nella sua vita si incontrano, in autunno inoltrato.
Laura Pariani ha scritto un romanzo profondo, raffinato e pittoresco, impregnato di musica e di poesia. La fanno da padrona la lingua, il dialetto, Milano. Un libro che non mi dimenticherò mai, che mi ha lasciato un segno. Chi è di Milano, non può non leggerlo. Chi non è di Milano ha un'occasione per comprendere meglio la città meneghina, come è oggi e come fu.
Genti, stee alégher.

Laura Pariani
"Milano è una selva oscura"
Einaudi
ISBN 978 88 06 19995 1
pagg. 179

sabato 13 febbraio 2010

Regali di compleanno, continua (e termina).


Arrivati altri due regali di compleanno, uno più gradito dell'altro, dal significato per me molto particolare.
Il primo è addirittura arrivato per posta, che bellezza. Se non sono bollette, adoro ricevere la posta:
mi piacerebbe ancora ricevere lettere, come sono retrò!

Fabio e Viola mi hanno regalato "Sulla bibliomania" di Louis Bollioud - Mermet, edito da La Vita Felice.
Cito la seconda di copertina. "Contraltare della bibliofilia, ma anche sua deviazione estrema e qualche volta morbosa, la bibliomania viene assunta in questo trattatello come paradigma del fenomeno per cui anche le migliori virtù possono degenerare fino a trasformarsi in vizi. Un libro denso di gustose considerazioni morali, di curiosi aneddoti, di intriganti descrizioni di fastose biblioteche e volumi sontuosi, scritto e pubblicato anonimo a L'Aia da un intellettuale di provincia della Francia del 1700, nel solco dell'Illuminismo."

Mi si prospettano ottime serate di letture, accompagnate dai regali sempre ad hoc della mia amica Monica - GattoMatto, la ragazza con cui sono andata a vedere l'Amleto e che già mi aveva fatto degli auguri originalissimi.
Un'elegante scatola di latta contenente altrettanto raffinati sacchettini di tè nero al Rum (Tè nero, noce di cocco, foglie di fragola selvatica, fiori di cartamo) e del sempre ottimo tè verde in foglia.

Grazie di cuore. Leggerò e brinderò alla vostra.

giovedì 4 febbraio 2010

Regali di compleanno

Ecco i libri che ho ricevuto in regalo per il mio compleanno. Appena vedevo la confezione a forma di parallelepipedo andavo in visibilio. Iuppidù!

Da parte di Vanni:

I sei sospetti di Vikas Swarup, l'autore di "Le dodici domande" da cui è stato tratto il film "The Millioner", edito da Guanda. Dicono un giallo insolito inserito in un contesto indiano di denuncia. Un omicio, sei sospetti, sei moventi, sei storie parallele.






Da parte dei miei genitori:
Vish Puri e il caso della domestica scomparsa di Tarquin Hall, edito da Mondadori. Altro giallo, altra ambientazione in India. Ottime recensioni da critica e lettori, queste ultime le più importanti, a mio avviso.
A tal proposito la bella recensione di Gracy su Corpi Freddi




Un non - giallo da parte di Elena, il mio capo, da un matematico ad un fisico:

Hai vinto, Galileo! di Piergiorgio Odifreddi, edito da Mondadori. Il sottotitolo promette bene: la vita, il pensiero, il dibattito scienza e fede.



Da parte mia - ebbene sì, ogni scusa è buona per entrare in libreria :
L'altra verità - Diario di una diversa di Alda Merini, edito da Rizzoli.

E' inutile che io grida

che a volte io stringo una mano

che non conosco

ed è il fantasma bruno

dell'antica memoria.

Io non dormo mai sola.

Scende dalle propaggini del Signore

l'uomo che ho amato un giorno

e che mi vuole sposare.

Non è né un principe né un depravato,

è soltanto l'idea celeste

di un'entità sconosciuta

che ho chiamato

Dio.

Grazie di cuore.

giovedì 21 gennaio 2010

Ho visto l'AMLETO con Alessandro Preziosi

Ieri sera, al Teatro Diego Fabbri di Forlì, è andato in scena l'Amleto di William Shakespeare, regia di Armando Pugliese.
Nel ruolo di Amleto, Alessandro Preziosi, che ha lasciato gli spettatori a bocca aperta. La grande Carla Cassola interpreta la madre Gertrude, Ugo Maria Morosi Polonio.

Un Amleto moderno, come l'ha definito la critica. Contemporaneo, aggiungo io; in questa interpretazione si pone l'accento sui conflitti e sulle aspirazioni dei giovani in contrapposizione alla società in cui vivono, in cui spesso non si riconoscono. Si cerca una certezza partendo dal dubbio.
Il regista Armando Pugliese spiega:
"Abbiamo cercato di evidenziare il gap culturale che separa Amleto e i suoi colleghi di studio (Orazio, Rosencranz, Guildestern) a Vittenberg da una corte danese tacciata da crapule e bagordi, ed ancora di sottolineare che "il dubbio amletico" non è tanto un ondeggiamento dell'animo, quanto piuttosto la necessità di far corrispondere la vendetta alla certezza della giustizia, e che il motore che spinge l'evolversi della tragedia è una strenua ed affascinante lotta per il potere, negato al protagonista non tanto dall'uccisione del padre quanto dall'aver impalmato da parte dell'assassino, lo zio Claudio, la legittima detentrice di quello stesso potere, sua madre."
Aggiunge:
"Parallelamente si evidenzia in Polonio e nella sua famiglia la sostanza di una cortigianeria anch'essa alle prese con le sue ambizioni e le sue mosse strategiche, in modo che i personaggi non si presentino come stereotipi incorniciati da funzioni ormai consuete nell'immaginario collettivo, ma presentino qualche curiosità comportamentale che li fa conoscere sotto un altro aspetto e più partecipi di una dialettica generale, senza la quale la tragedia non può esistere."

Ne è nato un Amleto lontano dal canonico, a partire dalla scenografia essenziale e cupa, quasi esistenzialista, e dalle musiche dei Massive Attack, ma fedele all'opera originale. Un miscuglio di modernità e classicismo che, non stravolgendo la tragedia di Shakespeare, ne evidenzia il messaggio contemporaneo che il regista ha voluto trasmettere.
L'ottima recitazione di tutti gli attori è riuscita in questo scopo: da una parte quella più sanguigna, vitale, impulsiva dei giovani, dall'altra quella più tradizionale e classica dei "padri", tutto in grande stile e con capacità straordinarie. Preziosi passava dall'una all'altra in modo stupefacente, a seconda della scena.

Come scrisse Schlegel, "l'Amleto è unico nella sua specie: è la tragedia del pensiero. Ispirata da meditazioni profonde, e non mai compiute, sul destino umano e sulla buia confusione degli avvenimenti terrestri, essa eccita le medesime meditazioni nell'animo dello spetattore".

Personaggi e interpreti (in ordine di apparizione)

Amleto Alessandro Preziosi
Orazio Marius Bizau
Claudio Francesco Biscione
Laerte Giovanni Carta
Polonio Ugo Maria Morosi
Gertrude Carla Cassola
Ofelia Silvia Siravo
Rinaldo Marco Trebian
Rosencrantz Maurizio Tomaciello
Guildenstern Marco Zingaro
Primo attore - re Marco Trebian
Secondo attore - regina Yaser Mohamed
Terzo attore - Luciano Vito Facciolla
Quarto attore - prologo Giovanni Carta
Osric Yaser Mohamed
Primo becchino Vito Facciolla

martedì 12 gennaio 2010

Ho letto LE IMPERFEZIONI

In un giorno qualunque, al redattore di un quotidiano locale, Fernando Savani, viene sottratto il portafogli in un ristorante. Il borseggiatore non scappa; lo provoca, lo sfida. Fernando non reagisce, possibile sia stato lui? Certo, siamo solo noi in questo ristorante. E se ne sta lì fermo impassibile? Anche il derubato è impassibile. Il borseggiatore esce dal locale, Savani lo segue, ma non lo raggiungerà, non può, non ci riesce.
Quella giornata non sarà più una giornata qualunque per Fernando Savani, così come non fu una giornata qualunque quella in cui Ermete Morelli, a seguito di un borseggio in circostanze analoghe, decise di togliersi la vita. Fernando vuole vederci chiaro: parte l'indagine, ma non una di quelle a cui Valerio Varesi, il papà del Commissario Soneri, ci ha abituato, bensì uno scandaglio della natura umana.

Un romanzo profondo, che sviscera l'animo. Fernando scoprirà dove possono spingersi la grettezza umana, l'aggressività, la cattiveria. Proverà sulla propria pelle la legge del più forte, al debole non resta che soccombere. Sembra che persone sensibili, rette, rispettose dei valori, siano null'altro che sprovveduti e disagiati, a cui non resta che rifugiarsi nel loro mondo, o nell'oblio eterno o nella pazzia. I deboli hanno un odore particolare, e le belve feroci sanno riconoscerlo subito. Alle volte è un'aggressività di facciata, o meglio, costruita, a cui il debole furbo si adatta per non fare la fine del topo.
Ognuno di noi ha il proprio borseggiatore, colui che ti ruba la dignità, che ti fa aprire gli occhi su chi sei e come sei, che ti fa capire che non ti piaci o che non ti piace il mondo in cui vivi.
"Le imperfezioni" - del debole o del forte? o della società? - è un romanzo in cui l'analisi dell'animo ricorda i romanzi dostoevkiani. In particolare, durante la lettura, mi sovveniva "Memorie del sottosuolo", per la capacità analitica di Varesi e per lo spaccato che egli dà di questa società che spinge i deboli nel sottosuolo. Vi si mettono a nudo, senza pudore, le emozioni umane. L'etica è il filo conduttore di tutta la storia.
Dostoevskij racconta del perché il protagonista non ha saputo diventare nemmeno un insetto, Valerio Varesi ci racconta come.



Valerio Varesi
Le Imperfezioni
Edizioni Frassinelli
pagg. 276
ISBN 978 88 7684 958 9
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